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Il razzismo nella reincarnazione

Il razzismo è l’ideologia secondo la quale la specie umana è composta da molte razze diverse. Alcune di queste sarebbero “superiori”, mentre altre “inferiori”. Questa convinzione ha spinto alcuni popoli a voler dominare gli altri. Per esempio, gli europei si sono affidati per lungo tempo al razzismo per dominare i popoli africani e praticare la schiavitù.

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foto di Wolfgang Eckert da Pixabay

Il razzismo nel tempo

Come lo sostiene Alessia Poldi nel suo articolo sul sito The Vision, “Il concetto di “razze umane” ha radici ben lontane nel tempo: già nel Medioevo esisteva la discriminazione verso altri popoli o verso determinate categorie di persone, ma non si trattava tanto di motivi legati al colore della pelle, quanto piuttosto religiosi e politici. La suddivisione dell’umanità in “razze” è arrivata dopo, con l’espansione coloniale. Il periodo delle grandi esplorazioni ha messo in contatto le popolazioni europee con altre fino ad allora sconosciute, dall’aspetto differente da quello che era comune in Europa: questi popoli erano spesso considerati privi di ragione, sentimento e moralità, e per questo era considerato normale o giusto sottometterli, quando non sterminarli”.

Il razzismo sentimento di superiorità

Fino a qualche decennio fa, Stati democratici come il Sudafrica e gli Stati Uniti avevano ancora leggi razziste!

Ho letto l’articolo di Christopher Vasey sul razzismo visto alla luce della reincarnazione e mi piacerebbe condividerlo con voi. Tutto dipende dal credo di ciascuno.  Non è mia intenzione redigere un articolo sulla reincarnazione in sé, ma voglio focalizzare l’attenzione sul razzismo.

Per chi crede nella reincarnazione, come Vasey, questo articolo può trovare un suo senso mentre, per chi non ci crede, l’articolo potrà essere semplicemente un interessante arricchimento culturale. Sicuramente non voglio obbligare o costringere nessuno a sposare tale credenza, ma voglio solo condividere l’importanza di questo concetto nella nostra società di oggi  cioè il razzismo.

Considerare che qualcuno sia inferiore ad un altro solo perché ha il colore della pelle diverso, significa essere razzista. Tuttavia, il razzismo o il sentimento di superiorità non è giustificato se lo si considera alla luce della reincarnazione.

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Foto di Siamlian Ngaihte de Pixabay

Cos’è una razza?

La scienza ha dimostrato che le razze non esistono nell’umanità, perché tutti noi condividiamo gli stessi geni.

La biologia riconosce una sola specie umana: la nostra cioè l’Homo sapiens. Ma, al di là della scienza, è soprattutto la morale che ha portato l’uomo a combattere il razzismo.

Come possiamo accettare che alcune persone siano dominate, disprezzate o perseguitate a causa del colore della loro pelle o della loro cultura?

Le razze sono gruppi di individui con caratteristiche fisiche simili, come il colore della pelle, la consistenza dei capelli, la forma degli occhi, del naso e così via. Queste differenze derivano dall’adattamento dei corpi alle caratteristiche del loro ambiente. Queste differenze sono essenziali affinché il corpo sia in grado di resistere ai vincoli posti dall’ambiente in cui si trova (non dobbiamo considerare i fenomeni migratori dei popoli).

Il razzismo usato dalla politica

La presunta superiorità di alcune “razze” su altre viene spesso tirata in ballo per fare propaganda politica: su quali basi, però? Certamente non scientifiche. Per la scienza, infatti, quello di “razza umana” non è altro che un costrutto sociale, che non si basa su nessuna evidenza scientifica.

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foto di Javier Robles da Pixabay

La reincarnazione secondo alcuni punti di vista:

1. Dal punto di vista laico

La reincarnazione può essere considerata come un processo di evoluzione dell’anima dopo la morte di un individuo. La morte non esiste. In altre parole, l’anima che si trova dentro un corpo fisico non finisce di vivere, ma si stabilisce in un altro corpo, sia esso un animale o una persona. Questo passaggio può avvenire più volte e in più corpi. Si tratta quindi di una sorta di viaggio spirituale.

I difensori della reincarnazione sostengono che non è come nei film, dove si vede qualcosa di strano uscire dal corpo terreno. È qualcosa di più complesso: il corpo di un essere umano ha i suoi limiti, alla sua morte l’anima si distacca per andare a vivere in un altro essere. Secondo loro, questo processo è possibile solo dopo una nuova nascita. Vale a dire che l’anima passerà ancora attraverso l’infanzia, l’adolescenza, l’età adulta e così via.

2. Dal punto di vista del Cristianesimo

L’obiezione principale della Chiesa cristiana è di affermare che lo spirito non ha bisogno di un corpo nuovo; perché non ha bisogno di reincarnarsi. Per la Chiesa cristiana, spirito e corpo formano un insieme indivisibile, un’unità completa, che continuerà ad esistere in paradiso. Secondo questo approccio, l’identità dell’essere umano è inseparabile dal suo corpo. L’essere umano non è un’anima incarnata in un corpo; ma un corpo animato da un’anima. L’elemento centrale è il corpo, considerato come un magnifico tempio da abitare e che sopravvivrà per l’eternità grazie all’anima. L’anima viene creata solo nel momento in cui è presente un corpo.

3. altre credenze

Gli Hindu e i Buddisti credono nella reincarnazione, così come tutte le tradizioni religiose l’hanno accettata in tempi diversi. Gli antichi Egizi e i Greci l’accettavano come un fatto della vita, mentre i Druidi(1) arrivavano a prestare denaro credendo di riaverlo in una vita futura. Gli Indiani d’America, gli aborigeni australiani e molte tribù africane includono la reincarnazione nelle loro credenze.

Il concetto di reincarnazione è decisamente una componente anche del primo cristianesimo; ciò nonostante molti cristiani moderni tendono a considerare l’idea come una buffa superstizione.

Filosofia dei sostenitori della reincarnazione.

Pur rispettando il punto di vista del cristianesimo, cerco di concentrarmi sulla filosofia dei sostenitori della reincarnazione. Secondo la loro visione, l’essere umano è uno spirito immateriale, un’anima, che si incarna in un corpo fisico.  Lo spirito, non il cervello, è quindi l’essere umano stesso. È il centro della personalità e della psiche di ogni individuo. Lo spirito si incarna sulla terra in tempi diversi: vive esperienze che lo porteranno gradualmente a svilupparsi e a perfezionarsi, permettendogli di ritornare al piano spirituale da cui è partito.

Vasey sostiene che ad ogni incarnazione, lo spirito viene portato ai genitori che gli sono necessari per continuare la propria evoluzione. Essi vivono in una regione specifica del globo e hanno un corpo adattato a soddisfare tale necessità. Questo corpo è quindi di una specifica razza. Così, a seconda della regione in cui lo spirito si incarna, egli indosserà un corpo di razza bianca, gialla, nera o rossa.

Il razzismo: Il corpo e  lo spirito

Per lo spirito che si incarna, il corpo è solo uno strumento. Il rapporto tra mente e corpo è simile a quello di un automobilista con il suo veicolo. Che il veicolo sia di una marca oppure di un’altra, il conducente rimane fondamentalmente se stesso.

Il valore interiore dell’essere umano non può quindi essere determinato dalla razza a cui appartiene il suo corpo. Ciò che conta non è il “packaging” dello spirito, cioè il suo involucro, ma lo spirito stesso. Se lo spirito è buono, sarà buono, sia che si incarni in una razza oppure in un’altra. Se lo spirito è malvagio verso il prossimo, sarà maligno indipendentemente dalla razza in cui si incarna.

Quindi essere razzisti significa giudicare un essere umano solo dal suo aspetto esteriore, dalla sua pelle, dal suo corpo. Si tratta solo di considerare il lato materiale, avendo una visione incompleta delle cose.

Lo spirito è di una determinata razza?

Nel corso delle sue incarnazioni, lo spirito umano passa da una razza all’altra, secondo le esigenze della propria esperienza. In una vita, per esempio, apparterrà alla razza bianca, in quella successiva alla razza gialla, poi alla razza nera, per poi tornare in quella bianca in una vita successiva. A quale razza appartiene quindi questo spirito? Sarebbe difficile da dire.

Le razze sulla terra non giocano un ruolo così fondamentale come sostengono coloro che hanno un approccio razzista rispetto alla vita. L’amore per il prossimo, l’onestà e tutti i valori elevati non sono appannaggio di una razza piuttosto che di un’altra.

Infatti, nessun essere umano potrà contare sulla sua razza per andare in paradiso. Oppure l’evoluzione ad un determinato piano spirituale non viene garantita perché nella sua ultima incarnazione lo spirito apparteneva ad una specifica razza. Non si va in paradiso perché si è bianchi o neri… ma piuttosto perché si è buoni e giusti.

Alessia Poldi conclude il suo articolo scrivendo: nonostante ci sia stata anche la proposta di abolire la parola “razza” dalla Costituzione italiana, ancora oggi la politica cerca di etichettare come nemico comune chi ha un colore della pelle diverso, giocando sul fatto che ancora, per molte persone, il pregiudizio e i luoghi comuni valgono di più di una realtà dimostrata scientificamente.

Referenze e leggenda

  • Articolo di Christopher Vasey
  • (1) I druidi erano i sacerdoti e filosofi della religione dei galli (o celti) che abitavano l’antica Europa prima della romanizzazione e della cristianizzazione. Il druidismo era quindi praticato da tutte le popolazioni di cultura celtica
  • leggi anche il mio articolo:  essere tollerante con te stesso 

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